My own interpretation of the Ready-Made concept
Nei luoghi di lavoro, specialmente nei cantieri, si trova di tutto: cataste di materiali vecchi e nuovi, macchine d’opera, impalcature, attrezzature di ogni genere.
Lo sguardo attento cade sui materiali che sono comunemente definiti scarti, rottami, rifiuti. L’usura che segna questi ammassi rugginosi trasmette la loro storia. Un serbatoio in disfacimento è un testimone di vita vissuta: vita di carpentieri, meccanici, operai.
Terminata la loro funzione questi oggetti aspettano di essere recuperati. Ormai irriconoscibili ciò che di loro viene salvato, eliminata la storia e quindi l’idea di cui erano stati protagonisti, è il loro puro essere materiale, la loro “res extensia”.
Questi oggetti, disambientati da un contesto in cui nulla potrebbe essere estetico - un deposito di rottami - sono situati in una diversa dimensione in cui "nulla essendo utilitario tutto può essere estetico" (G.C.Argan su Duchamp e il Ready - Made).
Lo sguardo attento cade sui materiali che sono comunemente definiti scarti, rottami, rifiuti. L’usura che segna questi ammassi rugginosi trasmette la loro storia. Un serbatoio in disfacimento è un testimone di vita vissuta: vita di carpentieri, meccanici, operai.
Terminata la loro funzione questi oggetti aspettano di essere recuperati. Ormai irriconoscibili ciò che di loro viene salvato, eliminata la storia e quindi l’idea di cui erano stati protagonisti, è il loro puro essere materiale, la loro “res extensia”.
Questi oggetti, disambientati da un contesto in cui nulla potrebbe essere estetico - un deposito di rottami - sono situati in una diversa dimensione in cui "nulla essendo utilitario tutto può essere estetico" (G.C.Argan su Duchamp e il Ready - Made).